28 giugno. Partiamo da Skelleftea alle 8. Sappiamo che la giornata sarà lunga, ma almeno c’è il sole, anche se l’aria è pungente. Diamo un’ultima occhiata alla piazza principale, soffermandoci un attimo sulla fontana: è vero che non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace, ma sarebbe bello se qualcuno ci spiegasse che cosa dovrebbe rappresentare… A volte ho difficoltà a considerare arte alcune creazioni. Sarò forse “antica”?
Ci immettiamo sulla E4. I primi 250 chilometri sono pesantissimi: il paesaggio è completamente uniforme, la strada attraversa un’immensa distesa di alberi ed è un susseguirsi di tratti a una e a due corsie con autovelox posizionati a distanza ravvicinata, per lo più dove il limite è di 70 km/h. Insomma, un supplizio. Decidiamo di fermarci a Örnsköldsvik per bere qualcosa presso un locale della (qui) famosissima catena di fast-food Sibylla e sgranchirci le gambe. Abbiamo fatto più di un terzo del tragitto.
Da qui in poi il paesaggio è più vario, ogni tanto la foresta lascia spazio a campi coltivati, si vedono fattorie color ocra, e animali al pascolo. Ci sono alcuni laghi e notiamo che in quasi tutti c’è nel mezzo un’isoletta circolare, non di rado con una piccola casa in legno rossa e bianca. Sulle sponde, gli immancabili campeggi. Noi, sempre sulla E4, ce li troviamo praticamente tutti sulla sinistra, senza possibilità di fermarci per scattare qualche foto degli scorci più belli perché la strada non lo consente. Appositi cartelli segnalano la presenza di luoghi ideali per la pesca e campi da golf. Ce ne sono davvero tanti. Vediamo anche decine e decine di alci, ma solo sui cartelli lungo la strada! Le speranze di Roberto di vedere un esemplare di questo incantevole animale vengono deluse anche oggi. Ma i cartelli stradali ci riservano ancora qualche sorpresa: attraversamento di motoslitte, e aerei a bassissima quota! Poco all’interno della costa svedese ci sono numerosi aeroporti le cui piste di atterraggio iniziano a poche decine di metri dal bordo della strada. Non vorrei trovarmi a passare di lì, soprattutto in moto, mentre un velivolo è in fase di decollo o di atterraggio. Mi vengono in mente certi filmati su Youtube…
Attraversiamo il parco nazionale Skuleskogen e sulle colline appaiono evidenti le piste da sci. Qui basta anche un minimo dislivello per realizzare uno skilift, rigorosamente segnalato con l’apposito cartello! A me, che adoro sciare sulla Gran Risa a La Villa o sulla Ciampinoi a Selva di Val Gardena viene da sorridere, ma qui questo passa il territorio, e comunque gli svedesi si difendono più che bene nelle gare di Coppa del Mondo di sci alpino. I trampolini, poi, non si contano. A Sundsvall decidiamo di fare una sosta in un giardino nel centro della città per sgranchirci le gambe e riposarci un po’. Di fronte al porto si erge la collina con le piste da sci e, in “vetta”, un complesso alberghiero. Anche qui, come a Molde, si scia con vista sul mare!
Siamo pronti per affrontare gli ultimi 160 chilometri, che sono piuttosto monotoni. Di recente hanno costruito un tratto di autostrada, che sostituisce la statale, e il navigatore va un po’ in tilt. Fortunatamente per arrivare a Gävle basta seguire le indicazioni per Stoccolma. Dopo 650 chilometri, quasi tutti di alberi, arriviamo in albergo e ci concediamo un tuffo in piscina e una piacevole sauna. Domani il tragitto è un po’ più breve, e speriamo che il panorama sia più diversificato.